venerdì 19 giugno 2009

Domani sera a Cagliari il ritorno dei Dorian Gray in concerto

La scena sarda della musica indipendente ritrova uno dei suoi gruppi storici: dieci anni dopo la loro ultima esibizione, domani sera (venerdì 19) a Cagliari ritornano in concerto i Dorian Gray, al centro dei riflettori del Teatro Alfieri a partire dalle ore 21 per l'organizzazione della cooperativa Vox Day.



Un ritorno preceduto da una lunga fase di gestazione culminata lo scorso ottobre con l'uscita di “Forse il sole ci odia”, album controcorrente, ricco di suoni, costruito con cura dei dettagli, denso di atmosfere notturne. Quasi una summa del lungo percorso artistico della band cagliaritana, partita alla fine degli anni Ottanta e ora rilanciata verso nuovi orizzonti.

Con i suoi dieci brani, “Forse il sole ci odia” detterà la scaletta della serata di domani. Ma sono annunciati anche a tre o quattro “classici” del gruppo, che si presenta all'appuntamento con una formazione ampiamente rinnovata, in cui si riconoscono però volti noti del panorama musicale isolano. Oltre al suo cantante e leader, Davide Catinari, dei vecchi Dorian Gray è rimasto il bassista Antonio Manzari. Alle chitarre ci sono Samuele Dessì e Nico Meloni (già con Catinari ai tempi dei Crepesuzette, altra band di spicco della musica “indie” sarda negli anni Ottanta), Jacopo Vannini ai synth e Mario Marino seduto dietro piatti e tamburi.

Botteghino aperto al Teatro Alfieri a partire dalle ore 20. Il biglietto costa 10 euro, ma con appena cinque euro in più ci si porta a casa una copia di “Forse il sole ci odia”. Ad impreziosire l'ultimo album dei Dorian Gray, la pregevole veste grafica del cofanetto che contiene il disco insieme a un libretto di trentaquattro pagine con i testi delle canzoni e i vari credits: l'artwork porta la prestigiosa firma di Igort, il noto illustratore e autore di fumetti cagliaritano.

Il progetto Dorian Gray si materializza sul finire degli anni Ottanta. Una miscela di decadentismo, insofferenza per l’autorità, esalazioni notturne e allergia al conformismo crea le basi per il sound originario della band che nel 1989 debutta sul palco di Arezzo Wave. Nel settembre 1992 il gruppo viene scelto per rappresentare l’Italia all’Expo di Pechino, ed è la prima esibizione di una band europea nel Celeste Impero. Al rientro in Italia, Angelo Carrara, discografico di Battiato e Ligabue, dopo aver assistito ad un concerto milanese offre ai Dorian Grey il primo contratto discografico, e a fine anno esce “Shamano”, debutto ben accolto dalla stampa cui seguono otto mesi di concerti per l’Italia e apparizioni televisive (“Notte Rock”, “Roxy Bar”, “Videomusic”).

La band, dopo molteplici cambiamenti, si stabilizza come quintetto attorno alla figura del vocalist Davide Catinari, mentre il passaparola e l’intensità dei concerti fanno crescere il pubblico. Con il 1995 arrivano il nono posto nel rock poll annuale di Rockerilla e il secondo album, “Matamoros”, una sorta di concept sul senso del limite entusiasticamente recensito dalla stampa nazionale. Tra le esibizioni, il concerto all’Europop di Freiburg: la stampa tedesca sottolinea per la prima volta certe atmosfere di stampo doorsiano. In quello stesso anno il gruppo si esibisce nella trasmissione televisiva “Segnali di Fumo” di Videomusic.

Con l’accrescersi di tensioni interne nate dagli ininterrotti concerti, l’atto finale di questa prima fase si consuma sotto la produzione di Paul Chain, chitarrista dei Death SS e estimatore della band, che con il gruppo ormai ridotto a quartetto inventa il sound potente, ruvido e appassionato di “Veleno della mente”, uscito, ancora una volta con ottime recensioni, nella primavera del 1997 per la Flying Records. Dopo alcuni importanti show (da ricordare il live al Beach Bum festival prima dei Faith No More) il gruppo si sfalda, chiudendo una carriera decennale con un ultimo concerto al Binario Zero di Milano nella primavera del 1998. I brani mai pubblicati registrati poco prima dello scioglimento in vista di un ipotetico quarto album, con la produzione di Paolo Favati dei Pankow, illustrano l’avvicinamento a una sorta di “melodia iterativa industriale” che avrebbe dovuto costituire il background di un nuovo percorso artistico.

L’ultima apparizione di Davide Catinari e Luca Buccoli come Dorian Gray è sul palcoscenico di Aulla nel 1999, dove il frontman riceve il premio Lunezia come migliore giovane autore scelto da Fernanda Pivano, presidente della giuria critica, per il testo di “Spleen”, canzone contenuta ne in “Veleno della mente” e ispirata ad Allen Ginsberg. In quella occasione i Dorian Gray, in trio con voce, chitarre e pianoforte, eseguono una versione de “La canzone dell’amore perduto” di De Andrè che suscita l’entusiasmo di Dori Ghezzi. Nell’ottobre 2005 esce “Tempi supplementari”, raccolta di outtakes, demo e rarità e tre anni dopo, a quasi dieci anni di distanza dallo scioglimento, i Dorian Gray ritornano con “Forse il sole ci odia”.

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