lunedì 27 luglio 2009

L'energia funk di Maceo Parker domani sera (ore 22) a Nurachi (OR) e al Museo Peppetto Pau si inaugura la mostra di Rachele Sotgiu (ore 19).



Inaugurato venerdì scorso, il festival Dromos si trasferisce da Oristano e pianta le tende nella vicina Nurachi per tre serate nello spazio concerti del Museo Peppetto Pau. Apre il trittico, Maceo Parker, un nome che richiama subito alla mente il mitico James Brown. Energia funk allo stato puro, domani sera (martedi 28, biglietti a 10 euro) a partire dalle 22, con il sassofonista americano e la sua trascinante band, con Ron Tooley alla tromba, Dennis Rollins al trombone, Will Boulware alle tastiere, Bruno Speight alla chitarra, Rodney “Skeet” Curtis al basso, Jamal Thomas alla batteria e le vocalist Martha High e Neta Hall.

Nato nella Carolina del Nord nel 1943, Maceo Parker ha avuto la fortuna - appena terminato il college - di essere scoperto (insieme al fratello batterista) da James Brown con cui ha lavorato dal 1964 al 1970 nella sezione fiati della sua orchestra: un’esperienza che lo stesso Parker ha definito come “essere all’università”. Insieme al "Padrino del Soul", il sassofonista dà avvio a una carriera che lo porterà a collezionare straordinarie esperienze con artisti come George Clinton (fece anche parte del clan dei Parliament/Funkadelic), la Bootsy’s Rubber Band dei fratelli Collins, Ray Charles, Ani Difranco, James Taylor, i Red Hot Chilli Peppers, Prince.

Un cammino alternato, già dagli anni Settanta, alla carriera da solista in cui Parker esprime il suo stile unico, fatto di una tecnica sopraffina su cui poggia una ricca commistione di generi ed espressioni musicali. I suoi concerti sono un coinvolgente concentrato di vitalità, quasi coreografie per il modo che il sassofonista ha di tenere il palcoscenico, diventando tutt’uno con il proprio strumento, con la band, con il microfono, fino a dare l’impressione di essere, egli stesso, la sua musica. Esibizioni in cui il suo sax (ma anche il flauto) è certamente virtuosismo, ma anche felicità, inventiva, improvvisazione. Anche sperimentazione come capita ad esempio nel brano “To be or not to be”, esplicito riferimento all’Amleto in cui, alle note, incrocia la recitazione del monologo shakesperiano.

Maceo Parker apre un trittico di concerti a Nurachi che, nelle due serate successive, prevede l’esibizione del cantante e chitarrista maliano Vieux Farka Tourè (mercoledì 29 luglio) con il repertorio del suo ultimo album, “Fondo”, e il concerto “Ma-An” (giovedì 30) con la chitarra sarda preparata di Paolo Angeli e le parole del poeta Alberto Masala (per una serata di beneficenza per il Comitato RUDI onlus - GoFAR che sostiene la ricerca sull’Atassia di Friedreich, una rara e feroce patologia genetica neurodegenerativa attualmente incurabile).

Ma intanto, la giornata di domani (martedì 28 luglio) si nutrirà anche di momenti di arte e di cinema strettamente connessi al tema scelto quest'anno dal festival Dromos, la clandestinità, esplorata ancora una volta non solo nella sua (attualissima) dimensione sociologica e sociale, ma anche in quella artistica ed esistenziale. Compito affidato in prima battuta alla mostra “Il limite contravvenuto” di Rachele Sotgiu che si inaugura alle 19 al Museo Peppetto Pau. Con questa sua prima personale la giovane artista sarda propone la sua lettura sul tema della clandestinità, tenta di scorgerne le trame sottili nei posti più inaspettati, e sceglie come ambientazione la vita rassicurante della casalinga, figura clandestina della nostra società, donna rifugiata in quattro mura che la proteggono o la nascondono, celando all’esterno anche i maltrattamenti subiti ogni giorno. Nella mostra (“cofanetto privato” come la definisce l’artista) troveremo gabbie colme di oggetti domestici, disseminati nello spazio più appropriato, la dimensione domestica dello spazio museale, (che non a caso è ricavato da un’antica casa campidanese) in cui resterà visitabile fino al 21 agosto (dal lunedì al venerdì tra le 16.30 e le 19.30).

In apertura del concerto di Maceo Parker, alle 22, arriva invece il nuovo appuntamento con “La meta trasgredita”, la selezione di video ispirata al tema del “clandestino”, curata dalla direttrice del MAN Cristiana Collu, che in questa occasione propone “Centro di permanenza temporanea” girato nel 2007 dall’artista italo-albanese Adrian Paci sulla pista di un aeroporto dove uomini, donne, ragazzi di diverse etnie, disposti in una lunga coda, attendono di avanzare lentamente verso la scaletta di un aereo che non c’è e che non arriverà.

http://www.dromosfestival.it/


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