martedì 24 novembre 2009

XLIV Riunione Scientifica dell'Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria: “La preistoria e la protostoria della Sardegna”

Si è aperta il 23 novembre 2009 la settimana di studi su “La preistoria e la Protostoria della Sardegna”. Il convegno, promosso annualmente dall'Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, quest'anno è dedicato all'isola, e avrà come sedi Cagliari, Barumini e Sassari.
Dopo il saluto di organizzatori e autorità, grande commozione per la lectio magistralis di Giovanni Lilliu, padre dell'archeologia isolana e autore di “La Civiltà dei Sardi”: novantaquattro anni, nato a Barumini, Lilliu ha gettato le basi per le moderne conoscenze sul passato della Sardegna, combinando uno studio analitico fondato su scavi e dati concreti a intuizioni geniali. Sua è, ad esempio, la scoperta di uno dei più significativi siti archeologici dell'isola, la reggia nuragica di Barumini.
Il suo intervento ha analizzato il tema “Contadini e pastori nella Sardegna neolitica e dei primi metalli”: società ed economia delle genti che hanno abitato l'isola a partire dal 6000 a.C. Dalla ricostruzione di Giovanni Lilliu è emersa l'idea di un momento aureo del passato isolano, che non ha conosciuto armi e architetture da difesa, dove i villaggi erano aperti e i rapporti sereni e civili, i templi e le capanne luoghi di aggregazione comunitaria. Un momento in cui la società era sì articolata in ceti, ma unicamente per questioni di struttura sociale e non di ripartizione del potere. E' una fase di fermento culturale, dove grande rilevanza hanno le corporazioni degli artigiani. A loro si devono le raffinate opere di architettura sacra (l'altare di Monte d'Accoddi-Sassari) e funeraria (le grotticelle ipogeiche di Sant'Andrea Priu-Bonorva, di Mandra Antine-Thiesi, di Montessu-Villaperuccio), le eleganti ceramiche con le decorazioni tipiche di questa fase, i gioielli e gli ornamenti rinvenuti nelle sepolture come corredo e protezione magica dei defunti. “Le arti e gli artigiani, afferma Lilliu, sembrano essere stati strumenti di diffusione della cultura, e parlavano un unico linguaggio comune a tutta l'isola. Genti dalla cultura elevata, dotate di una grande forza morale più che materiale erano quelle che popolavano la Sardegna del Neolitico e dei primi metalli. In esse già si coglieva una certa aspirazione democratica, dove anche il singolo partecipava attivamente alla crescita della comunità”.

Il convegno proseguirà per tutta la settimana fino a sabato; domani la sessione dedicata al periodo eneolitico e all'Età del Bronzo, mentre nella giornata di mercoledì i lavori si sposteranno a Barumini dove è in programma la tavola rotonda sul tema “Preistoria sarda e società”.

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